La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha deciso ieri, 02-04-03, – ma pubblicato soltanto stamattina – 12 casi di presunte violazioni della Convenzione Europea. Anche l’Italia è stata coinvolta e conclude la giornata con un sostanziale pareggio: in un caso è stata condannata per violazione del principio dell’equo processo, nell’altro ha superato indenne le accuse di violazione del diritto all’istruzione.
Il secondo caso, Tarantino and Others v. Italy, è certamente il più interessante. I giudici di Strasburgo hanno infatti fatto salvo il sistema dei test di ammissione alle Facoltà di Medicina e Odontoiatria, scagionando l’Italia dalle accuse di violazione del diritto all’istruzione dei ricorrenti. Per Approfondire: La CEDU fa salvi i test di ammissione in Medicina/Odontoiatria.
Mentre, nel caso Angelo Caruso v. Italy l’Italia è stata condannata per la lunghezza dei suoi processi. In questo caso, il ricorrente è stato privato del proprio terreno nel 1994, tramite un’occupazione d’urgenza realizzata dal Comune di Benevento. Egli si oppone subito a quella occupazione, imbarcandosi in una avventura giudiziaria che si concluderà soltanto nel 2007, raggiungendo un accordo transattivo con l’amministrazione comunale. Dal 1994 al 2007: sono 14 anni di spese di giustizia, compensi agli avvocati e attesa. Attesa perché quel terreno – di cui il ricorrente era stato espropriato – venisse pagato dal Comune, e venisse pagato il giusto.
Il processo serve a far giustizia Ma un processo di 14 anni, non è già di suo un’ingiustizia? La Corte EDU ci insegna che un processo troppo lungo va risarcito. E a risarcirlo deve essere lo Stato, affinché o si attivi – con le leggi – a risolvere quel problema o ne subisca a malincuore le conseguenze.
Ma allora, quanto ci è costata l’inerzia del legislatore e il problema irrisolto della lentezza della giustizia, questa volta? Facendo due conti, lo Stato Italiano ha pagato complessivamente 8972 €, ossia 6972 € euro per risarcire i danni materiali, 1000 € per il danno morale e 700 € per i costi processuali per il procedimento ex Legge Pinto e 500 € per il procedimento davanti alla CEDU.
8972 € sono certamente pochi per chi è rimasto senza casa e senza il prezzo di quella casa per 14 anni. Ma sono troppi per lo Stato, per il quale il bilancio Pinto – ossia i costi di risarcimento dei ritardi della macchina della giustizia – si ingrossa sempre più e diventa insostenibile. Purtroppo il risarcimento è una toppa su un abito sgualcito e irrecuperabile: o buttiamo il vecchio sistema di giustizia e coniamo una nuova macchina processuale, efficiente, funzionante e davvero giusta, oppure non ci rimane che attendere inermi che questo lento dissanguamento – a suon di (giustissimi e sacrosanti) risarcimenti – ci faccia pentire di non aver fatto nulla.
Lo Stato ci deve giustizia: esiste un vero e proprio debito, che lo Stato ha verso i suoi cittadini e che rinvia e non onora. Ma ogni giorno paghiamo gli interessi su un debito: arriveremo al punto, un domani, che guardandoci indietro vedremo che quei soldi, pagati in interessi per i continui ritardi, erano la somma che cercavamo per fare la grande riforma della giustizia. E allora resteremo senza riforma, e con sempre gli stessi interessi da pagare.
Note alla rassegna
Di seguito la rassegna delle sentenze pronunciate dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in data Martedì 02 Aprile 2013, di cui, per ciascuna, si ripropongono:
- Case of – : la denominazione del caso e il link alla sentenza caricata sul sito http://hudoc.echr.coe.int ;
- N.ricorso : il numero di ricorso;
- Corte I.L. : l’Importance Level ;
- Descrizione : una breve esposizione dei fatti del caso, secondo le anticipazioni ufficiali pubblicate dalla Corte;
- Petitum : le richieste dei ricorrenti, secondo le anticipazioni ufficiali pubblicate dalla Corte;
- Dispositivo : l’esposizione sintetica del dispositivo, come risultante dalla sentenza pubblicata dalla Corte.
Le fonti delle informazioni riportate sono tutte ufficiali e consultabili in inglese/francese sui siti ufficiali della Corte EDU: http://www.echr.coe.int/ECHR/Homepage_EN e http://hudoc.echr.coe.int .
Case of | N.ricorso | I.L. | Descrizione | Petitum | Dispositivo |
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Tarantino and Others v. Italy | 25851/09, 29284/09, 64090/09 | 2 | I ricorrenti sono 8 studenti italiani che hanno tentato, senza successo, i test di ammissione alle facoltà di Medicina e Odontoiatria. Oggi contestano non quei risultati, ma la legittimità stessa dei test: sarebbero sproporzionati e incompatibili col diritto all’istruzione dei ricorrenti, nonché favorirebbero, nel complesso, i candidati più giovani rispetto a quelli più maturi. Oltre a violare il diritto CEDU, i ricorrenti ritengono che il sistema dei test così come previsto in Italia contrasterebbe con la normativa dell’Unione Europea: tale osservazione era stata promossa anche davanti al giudice italiano, il quale tuttavia l’ha ritenuta infondata ed ha omesso di investire della questione la Corte di Giustizia dell’UE. | Articolo 2 del protocollo N ° 1 (diritto all'istruzione) Articolo 6 § 1 (diritto ad un equo processo) Articolo 14 (divieto di discriminazione) | Resto irricevibile Nessuna violazione dell'Articolo 2 del Protocollo n ° 1 - Diritto all'istruzione-{generale } (Articolo 2 del Protocollo n ° 1 - Diritto all'istruzione) Nessuna violazione dell'Articolo 2 del Protocollo n ° 1 - Diritto all'istruzione-{generale } (Articolo 2 del Protocollo n ° 1 - Diritto all'istruzione) |
Olszewski v. Poland | 21880/03 | 2 | Grzegorz Olszewski, cittadino polacco, è stato condannato a cinque anni per rapina e sconta la pena nel carcere di Płock. Lamenta un regime detentivo degradante, a causa del sovraffollamento, e inadeguato alle sue condizioni di salute – Mr. Olszewski soffre infatti di problemi motori. | Articolo 3 (divieto di pene o trattamenti degradanti) | Resto irricevibile Violazione dell’Articolo 3 - Divieto della tortura (art. 3 - trattamento degradante; Trattamenti inumani) (aspetto sostanziale) Danno patrimoniale - domanda respinta Danno non patrimoniale - aggiudicato |
Momčilović v. Serbia | 23103/07 | 3 | Milan Momčilović, cittadino serbo, cita davanti al giudice il proprio datore di lavoro. In primo e secondo grado ottiene pronunce (parzialmente) favorevoli, ma in ultimo grado la Corte Suprema serba muta la decisione per ragioni di diritto e gli nega quanto prima riconosciutogli dagli altri giudici. Oggi Mr. Momčilović contesta la decisione del tribunale supremo, ritenendola per vari aspetti incompatibile coi principi dell’equo processo. | Articolo 6 § 1 (diritto ad un equo processo) | Violazione dell’Articolo 6 - Diritto ad un equo processo (art. 6 - Procedura civile; Articolo 6-1 - Tribunale, istituito per legge) |
Ripetitive cases | |||||
Angelo Caruso v. Italy | 24817/03 | 3 | Il ricorrente è un cittadino italiano che ha subito un esproprio per pubblica utilità. Oggi contesta, di quell’esproprio, la legittimità, la durata e infine l’ammontare dell’indennizzo corrispostogli, perché troppo basso e certamente non equo. | Articolo 1 del Protocollo n ° 1 (protezione della proprietà) Articolo 6 § 1 (diritto ad un processo equo entro un termine ragionevole) Articolo 13 (diritto ad un ricorso effettivo) | Violazione dell’Articolo 6 - Diritto ad un processo equo (art. 6 - procedura civile; Articolo 6-1 - Termine ragionevole) |
Casi di eccessiva durata di procedimenti non penali | |||||
Ferreira Alves v. Portugal | 54312/10 | 3 | Violazione dell’Articolo 6 - Diritto ad un processo equo (art. 6 - procedura civile; Articolo 6-1 - Termine ragionevole) Violazione dell’Articolo 13 - Diritto ad un ricorso effettivo (art. 13 - ricorso effettivo) |
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Alhan v. Turkey | 8163/07 | 3 | Violazione dell’Articolo 6 - Diritto ad un processo equo (art. 6 - Procedura civile; Articolo 6-1 - Termine ragionevole) |
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Kıranel v. Turkey | 26964/09 | 3 | Violazione dell’Articolo 6 - Diritto ad un processo equo (art. 6 - Procedura civile; Articolo 6-1 - Termine ragionevole) |
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Mehmet Salih Uçar v. Turkey | 5485/07 | Violazione dell’Articolo 6 - Diritto ad un processo equo (art. 6 - Procedimento amministrativo; Articolo 6-1 - Termine ragionevole) Violazione dell’Articolo 13 - Diritto ad un ricorso effettivo (art. 13 - ricorso effettivo) |
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Casi di eccessiva durata di procedimenti penali | |||||
Florin Macovei v. Romania | 38128/03 | 3 | Violazione dell’Articolo 6 - Diritto ad un processo equo (art. 6 - Procedimento penale; Articolo 6-1 - Termine ragionevole) | ||
Şercaru v. Romania | 13088/09 | 3 | Violazione dell’Articolo 6 - Diritto ad un processo equo (art. 6 - Procedura civile Articolo 6-1 - Termine ragionevole) |
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Gökhan Özdemir v. Turkey | 33625/09 | 3 | Violazione dell’Articolo 6 - Diritto ad un processo equo (art. 6 - Procedura civile; Articolo 6-1 - Termine ragionevole) |