Sentenza Gorgiev v. the former Yugoslav Republic of Macedonia, 19 Aprile 2012
Saso Gorgiev è un ex barista di 40 anni che non avrebbe mai potuto pensare che a rovinargli la vita sarebbe stata proprio una guardia, un tutore dell’ordine votato alla protezione della collettività per professione.
Nella notte del 6 Gennaio 2002 durante l’orario di lavoro l’agente R. D. si reca al bar, dove, tra un bicchiere e l’altro, spara a Gorgiev causandogli danni permanenti. Il referto medico attesta: rottura della clavicola destra e quattro costole, lesioni all’arteria clavicola, emorragia interna e danneggiamenti ai nervi del plesso brachiale. Il braccio destro ne risulta paralizzato a vita.
IL CASO – Erano le circa le 3,30 di notte quando nel bar di Georgiev entra l’agente R. D. Portava la divisa, perchè aveva abbandonato volontariamente il posto di lavoro, senza aver riferito a nessuno del suo spostamento. Ubriaco spara a poco più di un metro con la pistola ufficiale. I danni causati sono ingenti:l’ex barista non potrà più utilizzare il braccio, oltre alla paura e allo stress di sopportare due operazioni, che però non riusciranno mai a ripristinare la situazione.
Sconvolto dall’accaduto, Georgiev si rivolge alla Corte di primo grado accusando lo Stato di non aver attuato quelle precauzioni necessarie per evitare il verificarsi di situazioni tali. Soprattutto di non aver vigilato affinchè l’agente non abbandonasse il posto di lavoro. I ricorsi interni, vengono tutti rigettati, persino nel 2004 dalla Corte Suprema. Secondo i giudici nazionali il comportamento assunto da R.D. era assolutamente spontaneo e solo a lui addebitabile. Di fatti ci sarebbe stata responsabilità dello Stato se l’uso arbitrario della forza si fosse verificato in adempimento delle sue funzioni, nell’esecuzione di un ordine:
Sebbene la divisa e la pistola ufficiale, R. D. nel bar ci era entrato come un qualsiasi privato.
I Principi fondamentali sull’uso della forza e delle armi da fuoco da parte delle forze dell’ordine, adottati a L’Avana dall’ottavo Congresso delle Nazioni Unite e la Raccomandazione (2001) del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa sul Codice etico europeo di polizia si impegnano a stabilire e sottolineare il criterio necessario, che ogni stato democratico deve adottare nell’istruire i propri agenti delle forze dell’ordine: il principio di extrema ratio. L’uso della forza è legittimo solo quando necessario a prevenire il verificarsi di danni maggiori. Per tanto non è ammessa nessun altra forma di uso delle armi o della violenza che esuli da questa condizione ed è obbligo dello Stato educare in tal senso il personale alla sicurezza.