La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato oggi Francia, Malta ed Ucraina per la violazione dei diritti umani sanciti e protetti dalla Convenzione europea. Nel caso Kulik ha riconosciuto la responsabilità dell’Ucraina per gli episodi di violenza subiti da Vitaliy Kulik , reo di aver rubato alcuni meloni al mercato e opposto resistenza a pubblici ufficiali. Inoltre, la Grande Camera della Corte di Strasburgo ha cancellato il caso S.J. c. Belgio per sopravvenuto accordo fra le parti: la ricorrente, una cittadina nigeriana affetta da HIV e con due figli, ha ricevuto un permesso di soggiorno a tempo indeterminato in Belgio ed un risarcimento di 7.000 €. Così si conclude una vicenda processuale dall’esito tutt’altro che scontato: in primo grado infatti, il Giudice europeo aveva negato che l’espulsione della ricorrente verso la Nigeria potesse violare i suoi diritti.
Case of- | N.Ricorso | I.L. | Descrizione | Petitum | Dispositivo |
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S.J. c. Belgio | 70055/10 | 1 | S.J. è una cittadina nigeriana emigrata prima a Malta e poi in Belgio. In entrambi i paesi formula domanda d’asilo. Intanto scopre di essere HIV positiva e chiede perciò di non essere espulsa per motivi sanitari. Tuttavia rischia prima il trasferimento a Malta, nel 2008, e poi l’espulsione verso la Nigeria, nel 2009; le ragioni sono le medesime: la sua richiesta d’asilo si fonda su fatti non credibili ed in entrambi i paesi potrebbe riceverebbe cure mediche adeguate contro l’HIV. Soltanto l’intervento della Corte europea salverà lei, il 26 Novembre 2010, ed i suoi figli, il 30 novembre successivo, dall’espulsione, vietando cautelarmente al Belgio di darvi esecuzione. Il 27 febbraio 2014 la Quinta Sezione della Corte europea si pronunciò sul caso: da un lato riconobbe l’assenza di un rimedio effettivo in Belgio col quale la ricorrente potesse impedire la sua espulsione, ma dall’altro negò che tale espulsione potesse violare in concreto i suoi diritti. Sia la ricorrente che il governo belga rimasero insoddisfatti di questa decisione e per questo richiesero il rinvio alla Grande Camera, poi disposto. Oggi la Grande Camera ha dato atto dell’intervenuto accordo fra le parti e ha cancellato il ricorso: la ricorrente ha accettato la proposta del Governo belga di 7.000,00 € e un permesso di soggiorno a tempo indeterminato, per sé ed i suoi figli. | Articolo 3 Articolo 8 Articolo 13 | Cancellato dal ruolo (articolo 37-1 – cancellazione dei ricorsi; Articolo 37-1-b – Cessata materia del contendere) |
Corbet e altri c. France | 7494/11, 7493/11, 7989/11 | 3 | Yves Léonzi, Jean-Charles Corbet e Christian Paris sono alcuni investitori francesi che tentarono il salvataggio della compagnia aerea francese Air Liberté, poi sottoposta a liquidazione giudiziaria nel 2003. Un’indagine parlamentare tuttavia fece emergere la loro responsabilità nel collasso della compagnia aerea: la relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta venne trasmessa alle sedi giudiziarie e ne seguì un processo penale conclusosi con la loro condanna per appropriazione indebita e altri reati. Oggi i ricorrenti si rivolgono alla Corte europea denunciando la violazione del loro diritto di difesa: infatti, i risultati dell’indagine parlamentare sono stati decisivi nella loro successiva condanna penale, in danno del loro diritto a rimanere in silenzio, ad essere presunti innocenti fino ad una condanna definitiva e, infine, a difendersi processualmente. Il Sign. Corbet inoltre sostiene di essere stato ingiustamente detenuto per due giorni, prima della convalida del Giudice francese. | Articolo 5 Articolo 6 | Violazione dell'articolo 5 - Diritto alla libertà e alla sicurezza (articolo 5-1 - procedura prevista dalla legge) |
Kolakovic c. Malta | 76392/12 | 3 | Jovica Kolakovic è un cittadino inglese residente in Malta e qui arrestato per reati di droga nel 2009. Dopo reiterate richieste rimaste infruttuose ed una pronuncia della Corte costituzionale maltese, egli è ammesso alla liberazione su cauzione nel 2011. Tuttavia le condizioni per tale liberazioni sono irrealistiche per la sua situazione economica: egli avrebbe dovuto pagare € 50.000 di deposito con una garanzia di € 15.000. Soltanto nel 2012 la cauzione è ridotta: il ricorrente può così uscire di galera depositando € 5,000 e fornendo una garanzia per € 70,000. Il Sign. Kolakovic si è rivolto alla Corte europea denunciando una detenzione illegittima di 16 mesi, durante la quale gli era stata imposta per la liberazione una cauzione impossibile da pagare. Inoltre, a quattro anni dal suo arresto il processo penale è ancora pendente, nonostante 97 udienze a cui ha partecipato. | Articolo 5 | Violazione dell'articolo 5 - Diritto alla libertà e alla sicurezza (articolo 5-3 - Lunghezza della custodia cautelare; Ragionevolezza della custodia cautelare) |
Kulik c. Ucraina | 10397/10 | 3 | Vitaliy Kulik è un cittadino ucraino arrestato con l’accusa di aver rubato alcuni cetrioli e di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. Non si sa quanto sia durato il suo arresto: il Governo ucraino dichiara meno di un giorno, il ricorrente di aver passato la notte in carcere. In ogni caso, ne uscirà con una commozione celebrale, lesioni al naso (forse rotto) e vari lividi sul corpo: a cagionarli – sostiene il ricorrente – gli agenti della forza pubblica che volevano estorcergli una confessione. Le indagini svolte sugli agenti sono state sospese a più riprese, e ancora non è stato individuato alcun colpevole; gli investigatori, invece, hanno subito un procedimento disciplinare per colpe nella conduzioni delle indagini. Intanto, il ricorrente è stato assolto per insufficienza di prove. Oggi il Sign. Kulik accusa lo Stato ucraino di essere responsabile delle violenze subite durante il suo arresto e di non aver adeguatamente indagato sull’accaduto. | Articolo 3 Articolo 13 | Violazione dell'articolo 3 - Divieto della tortura (articolo 3 - L'effettivo accertamento) (aspetto procedurale) Violazione dell'articolo 3 - Divieto della tortura (articolo 3 - trattamento degradante; Trattamento inumano) (aspetto sostanziale) Violazione_dell'articolo_13 - Diritto ad un ricorso effettivo (Articolo 13 - rimedio efficace) |
I seguenti casi non sono stati pubblicati online dalla Corte europea:
Dhondt c. Belgio (n. 73963/12), Hilami c. Belgio (n. 19819/14), Kun v. Ungheria (n. 32805/09), Vamos e altri c. Ungheria (nn. 48145/14, 48244/14, 48250/14, 48285/14, 49885/14, 51948/14, 63580/14, 66577/14, 67222/14), Ndabarishye Rugira c. Paesi Bassi (n. 10260/13), Avadanii e altri c. Romania (n. 50432/11), Enache v. Romania (n. 44659/13), Enciu v. Romania (n. 62755/11), Gavrila v. Romania (n. 44044/09), Marginean c. Romania (n. 59527/10), Meche v. Romania (n. 59030/13), Niculescu v. Romania (n. 48915/10), Nita v. Romania (n. 7884/07), Romanovschi c. Romania (n. 1023-1007), S.C. Suintest Felnac S.R.L. v. Romania (n. 65483/10), Arsic e altri c. Serbia (nn. 54054/08, 54056/08, 56782/09, 17445/11), Jorgic e altri c. Serbia (nn. 45608/08, 45650/08, 45713/08, 45714/08, 45716/08, 46856/08, 57020/08, 13286/09, 13380/09), Zdravkovic e altri c. Serbia (nn. 10143/10, 71088/12, 63603/13), Avci c. Turchia (n. 17001/10), Ersoz c. Turchia (n. 45746/11), Ike c. Turchia (n. 10108/10), Komurcu c. Turchia (n. 2769/11), Koseoglu c. Turchia (n. 29628/09), Poyraz c. Turchia (n. 21235/11), Seren c. Turchia (n. 41730/10), Sevindik c. Turchia (n. 27011/08), Timur c. Turchia (n. 31921/09), Tomas c. Turchia (n. 57507/14), Y c. Turchia (n. 648/10), Yesilbas c. Turchia (n. 51205/13).
Note alla rassegna
Di seguito la rassegna delle decisioni pronunciate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo in data Giovedì 19 marzo 2015, di cui, per ciascuna, si ripropongono:
- Case of – : la denominazione del caso e il link alla decisione caricata sul sito http://hudoc.echr.coe.int ;
- N.ricorso : il numero di ricorso che ha avviato il procedimento;
- Corte I.L. : l’Importance Level attribuitole dalla Corte europea;
- Descrizione : una nostra breve esposizione dei fatti del caso;
- Petitum : gli articoli della Convenzione europea sollevati dai ricorrenti;
- Dispositivo : l’esposizione sintetica del dispositivo della decisione.
Le fonti delle informazioni riportate sono tutte ufficiali e consultabili in inglese/francese sui siti ufficiali della Corte europea: http://www.echr.coe.int/ECHR/Homepage_EN e http://hudoc.echr.coe.int .