Terzo incontro del Progetto “La dignità umana come valore per la giustizia europea”.
Tutelare la dignità umana non vuol dire solo proteggere la vita,la sicurezza o la salute dell’individuo. Significa anche difendere quel nucleo di libertà essenziali che rendono un giornalista e un cittadino rispettivamente libero di informare ed essere informato. La libertà d’espressione sarà la protagonista del nostro terzo incontro che si terrà presso l’Auditorium Santa Maria della Pace a Piacenza il 18 Dicembre 2013 alle 20.30.
A parlarne con noi giornalisti ed esperti dell’informazione: Paolo Biondani, giornalista del periodico “L’Espresso”; Carlo Melzi d’Eril, avvocato esperto di diritto dell’informazione e Giulio Enea Vigevani, docente di diritto costituzionale e di diritto dell’informazione e della comunicazione all’Università Bicocca di Milano. Gaetano Rizzuto, direttore del quotidiano piacentino “Libertà”, coordinerà il dibattito.
Sarà un appuntamento dinamico e prezioso di confronto su temi incardinati nei gangli della nostra Costituzione e che hanno un risalto anche nelle cronache nazionali degli ultimi tempi. Partire dall’attualità è d’obbligo: è il banco di prova su come funziona l’informazione in Italia o come dovrebbe funzionare. La libertà di stampa non riguarda ovviamente solo i giornalisti e il ruolo del giornalismo nella società, ma l’intero sistema paese. Qualora manchi, le conseguenze sono tutte a svantaggio dei cittadini.
Dinnanzi alla dibattuta questione della diffamazione e del bilanciamento tra libertà di stampa e rispetto della reputazione altrui sorge una domanda: fino a che punto l’Italia e anche l’Europa possono dirsi democrazie occidentali immuni dalla censura politica?Per quanto riguarda l’ Italia ormai la situazione è cristallina: la frizione esistente tra la legislazione attuale in materia di diffamazione e i principi espressi nella Convenzione Europea è sotto gli occhi di tutti, in primis dei cittadini. È noto il caso Sallusti e recentemente quello di Belpietro, sui cui si è espressa anche la Corte Europea dei Diritti dell’uomo, condannando l’ Italia. Sappiamo che la previsione del carcere per i giornalisti condannati per diffamazione è figlia di un codice penale che poneva lo Stato al vertice e tutto il testo, giornalismo compreso, asservito e condiscendente. Le norme sono ancora quelle del passato, ma non è forse inaccettabile che lo sia il sistema paese? Ovunque si va verso una depenalizzazione del reato e anche nel Parlamento italiano è finalmente in atto una riforma. Quali sono le prospettive da cui partire per rimodulare seriamente il rapporto tra libertà di stampa, diritto all’informazione e sistema democratico?
Vi invitiamo a partecipare al nostro evento, non mancate!
Contatti e informazioni
Responsabile dell’evento: Elsa Pisanu
Email : elsapisanu@gmail.com
Per trovare l’Auditorium Santa Maria della Pace: link
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