L’attenzione internazionale sul tema delle armi completamente autonome è cresciuto rapidamente negli ultimi anni. Queste armi, chiamate anche “robot autonomi letali” o “robot killer“, sarebbero in grado di individuare e colpire bersagli senza intervento umano significativo. Anche se non esistono ancora, hanno generato una diffusa preoccupazione circa le loro implicazioni per la protezione dei civili e combattenti di affronti illegali durante i conflitti armati.
I robot non sono nuovi sul campo di battaglia, ma il loro ruolo espansivo sta per invadere le responsabilità umane tradizionali più che mai. Anche se gli esperti discutono sulla loro definizione precisa, i robot sono essenzialmente macchine che hanno il potere di percepire e di agire in base a come sono state programmate. Possono possedere gradi differenti di autonomia, il che li rende capaci di operare con meno supervisione da parte dell’essere umano, ma nonostante ciò rimangono prive di una conoscenza del tutto “umana”. Armi robot in grado di agire totalmente senza l’aiuto dell’uomo non sono ancora in circolazione, ma la tecnologia sta facendo passi da gigante su tale argomento e i precursori sono già attualmente in uso. In linea con il crescente utilizzo di droni aerei, i documenti di pianificazione del governo e le cifre di spesa indicano che i militari del futuro saranno sempre più senza pilota.
A tal proposito è stato definito un accordo in data 15 novembre 2013 a Ginevra, al fine di avviare le discussioni internazionali sulle armi robot completamente autonome: “è l’inizio di un processo che dovrebbe concludersi in un trattato che vieta queste armi” afferma l’organizzazione non-governativa Human Rights Watch.
La Convenzione sulle armi convenzionali (CCW), ratificata da117 paesi e adottata nel 1980, nel corso di questa settimana sarà tenuta a decidere se prendere in considerazione un percorso di lavoro sulla questione già nel 2014.“E’ possibile prevenire lo sviluppo e la proliferazione delle armi completamente autonome ma solo se agiamo adesso prima che troppi soldi vengano investiti in tale direzione”, afferma il professor Noel Sharkey presidente del Comitato Internazionale per il Controllo delle Armi Robot (ICRAC).
“I robot non vengono trattenuti dalle emozioni umane e la capacità di compassione, che possono fornire un controllo importante sulla uccisione di civili. Tali robot privi di emozioni potrebbero, pertanto, essere utilizzati come strumenti di dittatori repressivi che cercherebbero di reprimere il proprio popolo senza timore che le loro truppe possano rivoltarsisu di loro”, sostiene fermamente la Campagna internazionale Stop Killer Robots, una coalizione internazionale di 44 organizzazioni non governative di 21 paesi differenti lanciata a Londra nel mese di aprile di quest’anno.
Conclusioni
Secondo il diritto internazionale e le migliori norme vigenti, gli Stati dovrebbero valutare armi nuove o modificate per assicurare che tali non violino le disposizioni del diritto internazionale umanitario, definite anche come leggi di guerra.
Gli Stati dovrebbero altresì condurre revisioni sulle armi sin dalle primissime fasi di sviluppo fino ad arrivare alle decisioni di produzione. Dando piani militari in direzione dell’aumento di autonomia per i robot, gli stati dovrebbero oggi giorno effettuare valutazioni formali degli impatti che quelle armie tecnologie potrebbero portare ad essi, anche se non ancora autonome fino in fondo. I robot con completa autonomia sarebbero incapaci di soddisfare le norme di diritto internazionale umanitario. Le regole di distinzione, proporzionalità e necessità militari sono strumenti particolarmente importanti per la protezione dei civili dagli effetti della guerra e le armi completamente autonome non sarebbero in grado di rispettare tali norme.
Link per approfondire:
http://geneva.usmission.gov/category/arms-control/ccw/
http://en.wikipedia.org/wiki/Convention_on_Certain_Conventional_Weapons